Economia

L’euro visto dal Sud e l’Africa trema

L’economia di 14 Paesi dipendeva dalla parità fra la loro moneta e il franco francese. Ora però hanno dovuto adottare l’euro e temono svalutazioni

di Angelo Ferrari

Che ne sarà del franco Cfa, legato alla parità fissa con il franco francese, con l?entrata in vigore dell?euro? Per ora nessuno può dirlo. La Bce, la Banca centrale europea nega che ora la parità dipenda da lei: continuerà ad essere garantita dal Tesoro francese, come era fino al 31 dicembre 2001. Non cambia nulla, dunque?
Non ne sono convinti i 14 Paesi africani che adottano come moneta ufficiale il franco Cfa e cioè: Benin, Burkina Faso, Costa d?Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Togo, Senegal, Camerun, Congo Brazzaville, Centrafrica, Gabon, Guinea Equatoriale e Ciad. Cui si aggiungono le Isole Comore (ex francesi) e le Isole di Capo Verde (ex portoghesi). Paesi la cui economia è dipesa finora dal rapporto di parità con il franco francese e dalle sue oscillazioni. E che ora dipenderà dall?euro che ha modificato i rapporti di cambio: 1 franco francese =100 franchi Cfa; ora, invece, 1 euro = 655,957 franchi Cfa. Quello della ?moneta unica africana? è un caso unico al mondo. Il franco Cfa non è convertibile nel mercato mondiale delle valute e poteva essere cambiato solo in franchi francesi e viceversa. Quindi, secondo le nuove regole, ora può essere convertito solo in euro.
La questione principe, ovviamente, è la sua stabilità. La zona del franco Cfa rappresenta solo il 2 per cento della massa monetaria francese. A livello europeo, diventa una quantità infinitesima. Troppo piccola, dicono gli studiosi, per mettere in pericolo la stabilità dell?euro e ciò dovrebbe mettere al riparo le economie dei Paesi africani legati alla moneta unica europea. È altrettanto vero, però, che tutto dipenderà dalla forza e dalla debolezza dell?euro che potrebbe portare a degli aggiustamenti del tasso di cambio del franco Cfa. Ma non solo. Tutto ciò avrà delle ripercussioni sui debiti e sulle esportazioni dell?Africa.
Da tutto questo deriva la preoccupazione degli africani. Che ricordano ancora la notte tra l?11 e il 12 gennaio del 1994 quando si svegliarono al mattino e la loro moneta valeva il 50 per cento in meno. Un adeguamento, voluto dal Tesoro francese, traumatico per la popolazione. Con l?euro è tornata la paura che tutto questo possa ripetersi. Se ne parla perfino nella foresta equatoriale del Centrafrica dove la popolazione è a maggioranza pigmea. E a nulla servono le rassicurazioni mandate in onda dalla radio nazionale centrafricana o da Radio France.

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